2007

Senza Carità

Viaggio al termine dell'amore

durata

60 minuti

destinatari

Un pubblico adulto, personale sanitario e caregivers.

Drammaturgia e regia

 Alessandra Rossi Ghiglione

In scena

Antonella Enrietto e Luciano Gallo

Scene

Maurizio Agostinetto

Foto in bianco e nero. Helena è seduta, con Giorgio in braccio. Entrambi ridono guardandosi.
Una donna dell’Est Europa: fa da badante a un uomo giovane disabile, ha una storia di lavoro di cura alle spalle con i vecchi negli ospizi, ha i suoi figli lontani, in estate va a fare la stagionale nei campi di pomodori della Puglia, lì si scontra con la sopraffazione e la violenza dello sfruttamento. Lì si compie una Passione.
Una donna dell’Est Europa: fa da badante a un uomo giovane disabile, ha una storia di lavoro di cura alle spalle con i vecchi negli ospizi, ha i suoi figli lontani, in estate va a fare la stagionale nei campi di pomodori della Puglia, lì si scontra con la sopraffazione e la violenza dello sfruttamento. Lì si compie una Passione.

Ci sono esperienze che ci toccano, notizie che ci risuonano e questo lavoro nasce sulla scorta di due forti suggestioni che lo hanno ispirato.

La prima è data dalla presenza nelle nostre famiglie e nei luoghi della cura sociale e sanitaria di persone che svolgono per noi – padri e madri – i lavori della cura domestica, della cura di figli e figlie, della cura delle persone anziane. Badanti. Caregiver. Figure vicarie dell’amore. Lavoranti delle relazioni più intime. Tra tecnica e carità. Vengono spesso da altri paesi, dove hanno lasciato le loro famiglie, i e le loro figli e figlie, le loro persone anziane. Abbiamo raccolto i loro racconti da incontri e interviste.

La seconda è una notizia di cronaca apparsa sulla stampa nazionale il 13 settembre 2006, nella quale si riferiva la scomparsa in Italia di numerose persone polacche, per la maggior parte venute a lavorare nella raccolta dei pomodori del foggiano. Ragazzi, uomini, donne già di mezza età. Alcune di queste donne avevano già lavorato come badanti. La cura, il limite e la violenza. Questi sono alcuni nodi per noi centrali. Che senso ha parlare di amore per i lavori di cura? C’è cura senza amore? Cosa chiediamo a quelli che ci curano?

Costituito da un prologo, due quadri e un epilogo, come un polittico medioevale, lo spettacolo muove attraverso l’azione drammatica, la narrazione, il canto in una pluralità di toni tra l’ironico e il drammatico, il malinconico e il comico. Come la vita.

altre produzioni

Un attore e un'attrice sul palco durante lo spettacolo, in equilibrio, con degli sgabelli in mano
Un progetto di sensibilizzazione contro la discriminazione dei disabili in particolare le persone affette da afasia
Locandina dello spettacolo Pietre, con un'immagine di pietre sui toni del grigio, e le informazioni sullo spettacolo.
La tappa finale del progetto “Come mi senti? Il teatro per la cura delle discriminazioni”
La protagonista, seduta al tavolo, ha davanti a sé un piatto di spaghetti al sugo e si accinge a mangiarli
Piccola meditazione semiseria sul pane quotidiano