2021

L’Arte Bella

Caring 2020 - Florence Nightingale e la sfida dell’assistenza infermieristica

durata

60 minuti

destinatari

Studenti e studentesse di Infermieristica, personale sanitario.

Regia e Drammaturgia

Alessandra Rossi Ghiglione

Testi di

Alessandra Rossi Ghiglione, Antonella Enrietto e Teresa Siena

In scena

Antonella Enrietto e Teresa Siena

Ricerca fonti e supervisione scientifica

Valerio Dimonte

Shooting per lo spettacolo Arte Bella con le due protagoniste Florence Nightingale e Teresa. Florence, a destra, porge una mano verso Teresa, a sinistra, che ci poggia la testa sopra. Florence copre la testa di Teresa con l'atra mano e appoggia la sua testa a sua volta su quella di Teresa.
Florence ha 200 anni, Teresa poco più di trenta e vive la professione infermieristica con vocazione, grinta e determinazione, e anche con ironia e cuore, molto.
Florence ha 200 anni, Teresa poco più di trenta e vive la professione infermieristica con vocazione, grinta e determinazione, e anche con ironia e cuore, molto.

Florence ha ricevuto a suo tempo come una chiamata, una vocazione per la cura che la fa rinunciare ad avere una famiglia sua, che la costringe a porsi con forza nei confronti della sua famiglia d’origine e della società e a scegliere l’esercizio dell’assistenza alle persone malate non come carità o servizio secondario ma come piena professione di donna competente e libera.

Mito e realtà si incontrano sul palco in una scelta registica insolita: Florence è un personaggio, interpretato da un’attrice professionista, mentre Teresa è semplicemente se stessa, in questa occasione attrice sul palco poiché nella vita è un’infermiera, veramente. Lei è la voce dell’oggi e della gioventù, di chi nella trincea del Covid ha esercitato con passione quei valori che Florence ha messo a fondamento di ogni gesto di cura. Oggi Florence Nightingale è ancora un riferimento per ogni giovane che decida di intraprendere la professione infermieristica, proprio come un mito a cui tendere, che si fa esemplare su più livelli: quello della cura, quello della professione, quello dell’identità di genere.

Due vite in scena, due luoghi temporali che dialogano. Passato e presente si rincorrono per dire della cura e della sua sapienza, dell’essere donna e mai dimenticarlo, e in entrambi i casi combattere per proteggerne il senso. Per dare voce al ruolo di chi ogni giorno si sta battendo per la salute di tutti.

Il 2020 è stato l’anno del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, figura fondatrice della moderna assistenza infermieristica e donna di grande innovazione, ed è stato anche l’anno in cui la pandemia Covid-19 ha sconvolto profondamente il pianeta con impatti straordinari sulla vita e la salute delle persone e sui sistemi di cura e di care della Sanità.

Infermieri e infermiere hanno pagato un prezzo alto in termini di salute fisica e benessere emotivo, e molte persone neo laureate si sono trovate su una trincea inimmaginabile. Le donne, che sono la maggioranza nella professione, hanno subito un doppio carico sul lavoro e nella vita privata di famiglia. Nell’anno del Covid le professioni sanitarie sono state guardate per la prima volta dalla cittadinanza con occhi nuovi ma senza produrre una narrazione sociale equilibrata: da eroi a nemici, dall’improvvisa comprensione di un ruolo fondamentale nella salute pubblica a un ritorno all’indifferenza e alla dimenticanza.

Oggi, il nostro far teatro si pone come atto comunitario e rituale in cui la finzione teatrale attraverso la forma artistica del racconto, del gesto, della musica – come nel teatro antico – ci consente collettivamente di ritrovarci dal vivo ed elaborare insieme le emozioni e i sentimenti vissuti in questo biennio pandemico e così rifondare le condizioni del nostro esser società civile poiché vediamo e condividiamo i valori sui quali vogliamo essere società futura e società della cura.

Lo spettacolo L’Arte Bella è parte del progetto Caring 2020- Florence Nightingale e la sfida dell’assistenza infermieristica rivolto a studenti e studentesse di Infermieristica dei corsi di Laurea del Piemonte e alla cittadinanza delle comunità locali per riflettere insieme sul valore della cura e della cura dei curanti dopo i quasi due anni di pandemia. Il progetto è ideato da Valerio Dimonte dell’Università di Torino e Alessandra Rossi Ghiglione di SCT Centre e realizzato con il sostegno del Rettorato dell’Università di Torino, in collaborazione con SCT Centre, CCW-Cultural Welfare Center e con i corsi di Laurea in Infermieristica di Torino, Asti, Cuneo, Ivrea, Orbassano e con partnership locali della sanità, cultura e sociale.

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